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POSIDONIA

Disobbedire al padre

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Disobbedire per sentire.

 

Il padre qui assume il significato di patriarcato, inteso come il dogma, l’elemento fisso da scardinare, oppressione, mancanza di scelta, il tassello da muovere.

 

Vi è un  capovolgimento delle prospettive, una rottura, irrompo in una condizione generata nel tempo, la condizione di non poter essere e vivere in quello spazio sensibile e ovattato, in cui la parola viene meno e la nostra presenza ritorna liquida e disponibile al cambiamento.

 

Indago lo strato marittimo come condizione abitativa, come dimensione onirica e come spazio di percezione sensoriale.

Azione per Suono e Corpo.

Entro in relazione al mare, elemento primordiale presente e vivo nel mio vissuto, entro in relazione alla sua narrazione mitologica, ripercorro i fondali incontro creature e vita, entro nello strato profondo della genesi, entro in un organismo marino, forse una medusa, forse una pianta e da li riemergo ripartendo dai capelli e dalla schiena, capovolgendo lo sguardo.

 

Il volto non viene svelato mai.

 

Il corpo è inserito in uno scenario sonoro onirico.

 

Il suono è generato da una scatola nera, che emette la registrazione di un fondale registrato in diretta dove possibile o in rec.

 

C’è una corda di metallo nello spazio, o una campana* che può essere utilizzata dal pubblico per far suonare un sogno o un incubo.

 

Le luci sono poche e una di queste è un faro, una luce in movimento continuo come un onda.

 

Dentro questo scenario Posidonia agisce come un corpo pianta, corpo marittimo, in cerca di equilibri dentro questa costante oscillazione.

 

Il suono prodotto dal fondale si mescola con le stimolazioni della campana o della corda metallica*

 

Le diverse oscillazioni sonore, muovono il corpo e producono spostamenti e condizioni in cui viene portato ad agire il corpo.

 

Verranno raccolti i processi emotivi delle oscillazioni, verrà utilizzata la qualità liquida del corpo.

 

La performance agisce sulla sensorialità e sensibilità del site.

Manifesto della performance

Per sentire dobbiamo sotterrare il controllo e l’aspettativa.

Disobbedire in accordo ad un corpo politico che sceglie la propria storia e che contempla  la dimensione del periferico, della sfocatura, del dietro, del profondo, del basso, del buio, della nostra condizione d’abisso.

In una luce sfocata e in una postura collettiva non più solo verticale, ma che si riappropria del diritto all’anonimato e alla scelta del proprio nome, genere, condizione.


 

Posidonia accarezza l’idea di una sessualità presente a se stessa, alle proprie percezioni verità profonde, una sensualità naturale e che va oltre le fattezze umane, che si fa linguaggio sottile, rizomatoso,  che si offre come azione poetica e politicamente necessaria.

Gallery per Posidonia.

 

Interazione della ricerca con installazione audio visiva e proiezioni.

Spazio specifico.

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