TRAMA E ORDITO
- cuerpomu
- 6 dic 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 17 gen
Trama e Ordito di un progetto di ricerca.
Per millenni il telaio ha tenuto in tensione fili
destinati ad intrecci sui quali l’uomo ha potuto
trasferire la voce del suo mondo interiore, in
questo operare egli ha cercato di soddisfare un
personale bisogno di protezione e di entrare in
rapporto più profondo con se stesso e con l’altro.
E’ probabile che la tessitura sia stata la più antica
attività complessa, quindi etimologicamente
intrecciata, articolata, nella quale l’uomo
interagendo con le risorse naturali e con il suo
ambiente, si sia evoluto, conferendo dignità al suo
aspetto alla cura di se stesso, nonché alla sua vita
di relazioni.
Ordire è la preparazione dei fili longitudinali dalla
quale passerà la trama.
Ordire oltre che iniziare, vuol dire creazione,
preparazione accurata.
Quando pensiamo ad un telaio, non pensiamo ad un
oggetto specifico, perché qualsiasi oggetto che può
mantenere la tensione dei fili, può considerarsi
telaio
Il pettine determina lo spessore del tessuto,
affinare i fili.
Mia nonna diceva.
“U ciriveddu è un fiu i capiddi”.cè molta connessione
tra i miei capelli e le mie emozioni, tessere e
pettinare i pensieri, le emozione, mettere in
tensione lo stato interiore, su questo primo sguardo
interiore si è mossa l’idea di questa proposta.
Tessere è creare, si comincia sempre da un ordito,
che si predispone, si apre per accogliere la trama,
che solo così può attraversarlo in un susseguirsi di
andate e ritorni, e così è la vita, un susseguirsi di
andate e di ritorni.
Per creare l’opera mi sono affidata a conoscenze e
saperi antichi, ai quali attingere per creare il
nuovo.
Nell’attuale sistema in cui viviamo è possibile
recuperare la bellezza delle arti antiche come la
tessitura, come processo produttivo, almeno credo nei
termini in cui questo dialoga con l’arte.
Deve poter soddisfare i bisogni materiali e
spirituali della persona.
Non è quindi la qualificazione tecnologica a dare
impulsi creativi ed innovativi, piuttosto la qualità
della tecnica tessile, intesa come grammatica del
linguaggio simbolico, di cui il tessuto sarà
l’espressione, così come la qualità umana, più che la
sua efficenza tecnologica, sarà a mio avviso la
materia evoluta a cui dovremo riferirci.
Un tessuto umano raffinato, che raccolga l’essenza
pura della sua natura e che si elevi, senza giudizio,
oltre i tentativi di mediocrità e povertà spirituale,
anch’essi parte del processo di sperimentazione nel
quale siamo immersi.
Viviamo un tempo di caos puro e allo stesso tempo
empirico, messo in ordine dalla geometria sacra,
dalla biologia, dalla matematica, dal matrimonio tra
sacro e materia, dal desiderio di portare il rito
del concreto, nella fisiologia, nell’ incisione, del
manifesto.
L’ urgenza è quella di preferire una semplice
complessità al complicarsi, per rispondere alla
circostanza evolutiva in atto.







